Se sei già venutə a Edimburgo, molto probabilmente ti sarai imbattutə nella storia di Bobby, il cucciolo di Edimburgo.
Se, invece, devi ancora visitare questa meravigliosa città, non puoi non scoprire un po’ dell’anima di Edinburgh attraverso questo commovente racconto.
Venire in vacanza per la prima volta a Edimburgo spesso significa essere bombardati da una quantità infinita di informazioni.
La capitale scozzese conserva curiosità in cui si insidiano storie misteriose, inquietanti e, a volte, paurose di cui verrai a conoscenza, specialmente se farai i vari tour della città.
Non a caso, sia il centro storico che la parte nuova della città, la New Town, fanno parte del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.
Poi ci sono i musei gratuiti, un “must-go” per conoscere la storia di Edimburgo.
Tuttavia, la domanda alla quale ti inviterei a pensare è: “Ma di tutte queste informazioni, cosa mi porterò davvero a casa?”.
Il mio consiglio è quello di non farti prendere dal fatto che tanti posti sono gratuiti e vicini l’uno all’altro. Questo solitamente porta a visitare dozzine di luoghi con storie centenarie che incasinano solo la testa.
Almeno, questo è quello che solitamente io preferisco non fare quando mi trovo in un luogo nuovo. Visito solo ciò che mi potrebbe interessare in modo particolare e poi mi arricchisco di altro, di qualcosa che va oltre ai monumenti.
La storia di Bobby, questo cucciolo al quale tutta Edimburgo si è affezionata, può essere perfetta se cerchi qualcosa di diverso e coinvolgente.
Chi era Bobby?
Passato alla storia come ‘Bobby, il cucciolo di Edimburgo’, Bobby è uno Skye Terrier, nonché il cane più famoso della Scozia.
Tuttavia Bobby non era un cagnolino qualunque, ma un cane da polizia!
Il suo padrone era John Gray, un giardiniere che si era trasferito a Edimburgo con la moglie e il figlio. Non trovando lavoro come giardiniere, John, entrò nella polizia di Edimburgo come guardiano notturno e Bobby divenne il suo fedele compagno.
Nelle lunghe notti, John e il piccolo Bobby erano soliti pattugliare le strade buie e umide di Edimburgo.
Un giorno, però, John si prese una brutta tosse che si trasformò presto in tubercolosi. Le sue condizioni di salute peggiorarono sempre di più fino a portarlo alla morte, il 15 febbraio 1858.
John fu sepolto al Greyfriars Kirkyard, uno dei cimiteri situati in centro a Edimburgo.
La vita di Bobby dopo
Dopo la morte del suo padrone, Bobby cominciò a recarsi sulla sua tomba ogni giorno. Stava lì per ore sotto alle intemperie del clima di Edimburgo senza mai abbandonarla.
Il giardiniere e il custode del cimitero tentarono più volte di allontanare Bobby, ma lui tornava sempre. Alla fine si arresero e gli crearono un riparo, mettendo dei sacchi affianco alla lapide del padrone.
Ben presto, il comportamento di Bobby suscitò la curiosità degli abitanti di Edimburgo che, ogni giorno, cominciarono a radunarsi all’ingresso del cimitero.
Sapevano che, alle 13:00, con lo sparo del cannone dal castello, Bobby sarebbe uscito dal cimitero.
Dove andava?
Il cagnolino era abituato a seguire (ancor prima della morte del padrone), un falegname amico di John. Insieme andavano in una caffetteria locale dove il proprietario dava a Bobby qualcosa da mangiare. Questo continuò anche dopo la morte di John.
La popolarità di Bobby arriva sugli schermi
Dalla morte del suo padrone, gli abitanti di Edimburgo furono talmente toccati nel vedere la fedeltà e il dolore di questo cagnolino, che si presero cura di lui.
Per quattordici anni il cane vegliò e sorvegliò costantemente la tomba del signor Gray fino a che non lo raggiunse, nel 1872.
Questa storia è così commovente che ha catturato l’immaginazione di Walt Disney. Nel 1961 uscì il primo film intitolato “Greyfriars Bobby”, girato a Edimburgo.
Il film descrive il rapporto tra Bobby, le persone che si prendevano cura di lui e le battaglie legali che seguirono quando il consiglio comunale cercò di rimuoverlo dal cimitero. Il film è stato ben accolto dalla critica e dal pubblico ed è considerato un classico Disney.
“Le avventure di Greyfriars Bobby” è un remake del 2005 della storia.
Gran parte delle riprese si sono svolte a Stirling, dove il Castello di Stirling ha preso il posto del Castello di Edimburgo e il Cimitero della Città Vecchia il posto del Greyfriars Kirkyard.
I luoghi di Edimburgo che ricordano Bobby oggi
Oggi basta camminare per il centro di Edimburgo per imbattersi in questa storia che intenerisce tutti i cuori. Esistono proprio alcuni luoghi che ricordano Bobby, il cucciolo di Edimburgo.
Leggili qui sotto per essere preparatissimə quando verrai in città.
La statua di Bobby
Una delle tappe più famose è proprio quella della statua di Bobby su George IV Bridge.
Fu fatta costruire dalla Baronessa Burdett-Coutts che, dopo essersi profondamente commossa da questa storia, chiese al Consiglio comunale il permesso di creare una fontana di granito con la statua del cagnolino.
William Brody scolpì la statua e venne inaugurata senza cerimonia nel 1873, di fronte al Greyfriars Kirkyard.
I turisti oggi vi si recano per fotografarla e toccare il naso del cagnolino, che si dice porti fortuna.
In realtà, toccare il naso di Bobby è severamente vietato.
Se andrai a vedere questa statua ti chiedo solo di pensarci due volte nel compiere questo gesto apparentemente innocuo. In realtà, ti andresti a sommare agli altri milioni di persone che lo fanno e contribuiresti ad arrecare danno alla statua.
Il nasino, infatti, oggi appare consumato e visibilmente danneggiato.
Greyfriars Kirkyard – la tomba
Greyfriars Kirkyard è un cimitero storico di Edimburgo, dove sono sepolti molti personaggi illustri, tra cui il poeta Robert Burns e il filosofo David Hume.
È anche famoso per essere il luogo dove J. K. Rowling avrebbe preso ispirazione per alcuni dei nomi della saga di Harry Potter, tra cui Voldemort. Cosa assolutamente non vera, tanto per dire.
Leggi il mio articolo su i luoghi di ispirazione di Harry Potter.
L’entrata del cimitero si trova proprio dietro alla statua di Bobby.
Appena entri, di fronte a te si trova il monumento commemorativo di Bobby, in granito. La lapide recita “Greyfriars Bobby. Morto il 14 gennaio 1872 all’età di 16 anni. Che la sua lealtà e la sua devozione siano una lezione per tutti noi”.
La tomba del suo padrone John Gray si trova nelle vicinanze ed è anch’essa in granito rosso.
Alcuni visitatori amano lasciare sulla sua tomba bastoni, giochi per cani e fiori.
The Museum of Edinburgh
Nel 1867 fu approvata una nuova legge che imponeva a tutti i cani di avere una licenza in città, altrimenti sarebbero stati fatti fuori.
Sir William Chambers (il sindaco di Edimburgo) decise di pagare la licenza di Bobby e gli regalò un collare con la scritta in ottone “Greyfriars Bobby from the Lord Provost 1867 licensed“.
Oggi potrai vedere il collare al Museum of Edinburgh.
Lì sono esposte anche la ciotola e una versione in gesso della famosa statua. Accanto a questi ci sono immagini di persone legate alla straordinaria storia di Bobby, tra cui la famiglia Traill, che lo nutriva vicino al cimitero.
Conclusioni
Senza dubbio questa storia commovente ha toccato e tocca tutt’oggi i cuori di chiunque ami gli animali.
Quella di Bobby, il cucciolo di Edimburgo è una dimostrazione di fedeltà, ma anche di profondo amore, quello eterno, che non muore mai.
È assurdo pensare che un cane possa soffrire la morte del suo padrone e avvertire così tanto la sua mancanza, al punto da stargli affianco tutti i giorni fino alla morte. Per qualche ragione Bobby avvertiva la presenza del suo padrone, in quel cimitero.
Si potrebbe pensare che John fosse un bravo padrone, oppure che quello che hanno i cani, e che manca agli umani, è proprio l’amore incondizionato e privo di giudizio.
Un cane ti ama senza aspettarsi nulla in cambio, fino all’ultimo giorno della sua vita, sia che tu sia una brava persona o meno, e a prescindere dalle tue azioni.
E questo, gli abitanti di Edimburgo, lo hanno capito grazie a Bobby.
Forse, proprio a Bobby dobbiamo il fatto che oggi gli scozzesi abbiano un grande rispetto verso gli animali e i cani, in particolare. Qui non ho mai visto cani maltrattati e i canili sono hotel di lusso, spesso, poco abitati.
Spero che questa storia ti possa lasciare un pezzetto di Edimburgo, della sua anima e che si possa, in qualche modo, connettere con la tua. Anche a distanza.
Se questo articolo ti ha lasciato qualcosa, sono curiosissima di scoprirlo nei commenti qui sotto! 🙂